"Regista e attore italiano. Laureato in architettura, abbandona presto la professione per fondare la compagnia e scuola di mimo Quelli di Grock, punto di riferimento del teatro milanese degli anni ’70. Il suo lavoro sulla mimica, la clownerie e l’acrobazia influenza anche le sue idee cinematografiche come regista-autore-attore a partire dal felice esordio di Ratataplan (1979), un film interamente muto che trasferisce la lezione della gag e della comica finale nel contesto contemporaneo per narrare le travagliate vicende di un neolaureato in ingegneria che sconta la propria congenita alterità rispetto al mondo che lo circonda. Faccia buffa, capelli da clown, pantaloni sempre troppo larghi e troppo corti, fin dal suo esordio N. frequenta registri e territori del tutto inconsueti rispetto al panorama complessivo del cinema italiano, mescolando slapstick e cartoon all’insegna di un «realismo fantastico» che trova immediata conferma anche nei film successivi: in Ho fatto splash! (1980) è un bambinone che ha dormito vent’anni davanti alla tv e che deride con il suo candore i miti e i riti del mondo della pubblicità, mentre in Domani si balla (1982) è il reporter di una scalcagnata televisione privata alle prese con una favola burlesca che sbeffeggia le mitologie della neo-televisione. Nel 1989 trova una perfetta e compiuta sintesi della sua poetica con Ladri di saponette affettuoso omaggio al capolavoro di V. De Sica Ladri di biciclette, ma anche graffiante irrisione del mondo dello spettacolo nell’era dominata dagli spot pubblicitari e dal massacro dei film trasmessi in tv. Il suo interesse per la ricerca e per la sperimentazione si rafforza nel decennio successivo: in Volere volare (1991) indossa i panni di un rumorista di cartoni animati che per amore si trasforma a sua volta in un cartoon, in un film che vede interagire attori in carne e ossa con personaggi solo disegnati; in Stefano Quantestorie (1993) costruisce una struttura narrativa labirintica per narrare le storie parallele di un carabiniere e di un’altra mezza dozzina di personaggi che altri non sono che possibili sviluppi di quello che il protagonista sarebbe potuto diventare se nella vita avesse fatto scelte leggermente diverse; in Luna e l’altra (1996), ambientato negli anni ’50, racconta di una timida maestra che a causa di una lanterna magica perde il controllo della sua ombra, la quale si anima di vita propria e distrugge i pregiudizi e le timidezze della sua ex padrona; in Honolulu Baby (2001) rimette in scena il personaggio dell’ingegner Colombo di Ratataplan, questa volta inviato per punizione a cercare il petrolio in uno sperduto paese immaginario del Sudamerica, popolato da sole donne. Spesso anche attore in film diretti da altri (Allegro non troppo, 1977, di B. Bozzetto; Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno, 1984, di M. Monicelli; Tous les jours dimanche, 1995, di J.-C. Tacchella), e curioso esploratore di nuove tecnologie con cui produrre e realizzare immagini filmiche, è fautore di un realismo fantastico, in bilico fra clownerie e surrealtà."